Perchè Rossellini in Roma città aperta parlò dei 500 bravi ragazzi sulle montagne d'Abruzzo
Nell’estate del 1943 Roberto Rossellini, dopo aver girato a Tagliacozzo il film Desiderio è costretto a restare in Abruzzo fino agli albori della primavera del ’44.
Nella Marsica entra in contatto con una rete di partigiani che protegge e nasconde una moltitudine di soldati alleati fuggiti dai campi di prigionia nei pressi di Sulmona, subito dopo l’8 settembre. E proprio di costoro si ricorderà quando comincerà a ideare Roma città aperta, tanto che nel film, li citerà come «i bravi ragazzi sulle montagne di Tagliacozzo».
Su questo punto mai scandagliato dalla critica, il libro “Roma città aperta un film non del tutto svelato” di Caterina Capalbo, Società editrice Dante Alighieri, porta una nuova luce sull’interpretazione del film, sul contributo autobiografico di Rossellini nella sceneggiatura e sui valori della resistenza abruzzese.
Questo libro di facile lettura, ma completo nella sua informazione sui luoghi, sugli eroi, sui cineasti dell’epoca, si avvia a diventare un testo fondamentale per la bibliografia di un periodo cruciale della nostra storia e per la storia del cinema.