Civita d'Antino
Una lunga frequentazione con l’arte e la cultura.
Civita D’Antino (AQ) è un piccolo centro di 1000 abitanti, dell’Appennino abruzzese, posto su un altipiano che domina con i suoi 900 m slm l’intera Valle Roveto. Una solitaria terrazza tra i monti incorniciata da incantevoli paesaggi da cui si abbracciano i Simbruini, con la vetta del Monte Viglio (2156 m), la Riserva naturale di Zompo lo Schioppo, la cima del Pizzo Deta (2041 m).
La storia. Antinum è stata un’importante città marsa e Municipio strategico in età romana, come confermato da numerosi studi storici ed archeologici. Patria di Tranquillina, moglie dell’Imperatore Gordiano III e di San Lindano, monaco benedettino. Ha dato i natali anche al chimico Domenico Morichini (1773-1836), autore di importanti studi e ricerche sulla forza magnetizzante del raggio violetto della luce solare e sull'acido fluorico. Il paese è un luogo centrale nello sviluppo della Valle Roveto.
La Scuola dei pittori danesi.
Capeggiati da Kristian Zahrtmann che a partire dal 1883 fece di Civita D’Antino la sua “Arcadia”, centinaia di pittori nordici, attratti dalla bellezza del paesaggio, decidono di infrangere qui, in Abruzzo, le convenzioni della pittura accademica, sperimentando in libertà la pittura “d’impressione”. Il flusso degli artisti scandinavi prosegue ininterrottamente per trent’anni. Fino al 1915, l’anno del terremoto della Marsica, che segna una battuta d’arresto.
Porta Flora, ingresso del borgo, soggetto ispiratore di Zahrtmann al suo arrivo, diviene il palcoscenico naturale dei dipinti dei suoi allievi e ancora oggi è rimasta così com’era, testimone tangibile e silenziosa del retaggio dei pittori nordici e del contributo dato da essi e dalle loro opere a Civita D’Antino.
Giungendo sul dirupo a precipizio sulla valle ci sorprende il Cimitero Napoleonico, uno dei quattro realizzati in Italia a seguito dell’editto di Saint Cloud del 1804 ed alle nuove norme illuministe di sepoltura contro cui si scaglia Ugo Foscolo nei Sepolcri.